Mi hanno diagnosticato la FIBROMIALGIA
Con questo articolo cercheremo di fare chiarezza sulla Fibromialgia, sindrome che viene sempre più spesso discussa e diagnosticata al giorno d’oggi, analizzando il suo legame con l’esercizio fisico come strumento terapeutico.
Partiamo innanzitutto dallo specificare il significato di sindrome, cioè “…..complesso più o meno caratteristico di sintomi, senza però un preciso riferimento alle sue cause e al meccanismo di comparsa….”, poiché come vedrete non riteniamo opportuno approfondire l’argomento considerando la Fibromialgia come una patologia franca, una malattia definita con precisione, una conseguenza di un danno organico tangibile.
Le principali criticità che si riscontrano sono sicuramente la sua definizione e il suo inquadramento diagnostico/prognostico, con tutte le relative conseguenze negative che derivano da un’inadeguata informazione e comunicazione professionista-paziente.
Troppo spesso si trascura la percezione del proprio stato di salute che può generarsi nel ricevere una diagnosi del genere, essendo una condizione annoverata fra le malattie reumatiche o descritta talvolta come patologia irreversibile. Il paziente che viene “etichettato” come fibromialgico può facilmente catastrofizzare o confondersi se non si spende sufficiente tempo a descrivere cosa rappresenti una definizione del genere e quali opzioni terapeutiche seguano il processo diagnostico. Nonostante sia un argomento dibattuto da decenni, tuttora nella comunità scientifica si riscontrano divergenze in tema di definizione e patogenesi della malattia, oltre che difficoltà a strutturare delle strategie di cura consolidate a causa di studi scientifici di bassa qualità metodologica.
Perché parlare di Fibromialgia? E come…
Sicuramente perché incide significativamente sui costi del sistema sanitario, soprattutto in Europa, rappresentando la principale causa di disoccupazione (6%), di richieste di invalidità (> 30%) e di giorni di assenza dal lavoro: è di fondamentale importanza individuare fattori modificabili associati ad una prognosi migliore!
Questa sindrome viene descritta come “condizione cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso che si associa frequentemente a disturbi del sonno, depressione, eccessiva fatica, ansia e sintomi gastrointestinali”. Gli innumerevoli sintomi manifestati portano ad una disabilità sia fisica che psico-sociale con importanti implicazioni per la famiglia, il lavoro e la propria autonomia. Le persone con fibromialgia si presentano frequentemente come intolleranti all’attività fisica e adottano uno stile di vita sedentario assolutamente rischioso per lo sviluppo di patologie secondarie. Non solo, tutto ciò porta ad una maggiore richiesta di visite mediche in maniera precoce e varie consulenze con diversi specialisti.
Tuttavia, come anticipato in precedenza, non ci sono segni identificativi, il processo diagnostico è prettamente clinico, ovvero è il risultato di una valutazione basata su anamnesi, esame obiettivo e compilazione di questionari da parte del paziente.
La comunità scientifica si avvale generalmente delle linee guida dell’American College of Rheumatology per orientarsi in questa processo, nonostante riteniamo emergano importanti limiti:
dal 1990 al 2013 si è passati dal basarsi principalmente sul livello di dolorabilità alla palpazione in alcune zone del corpo (criterio soggettivo e estremamente interpretabile, quindi poco attendibile!) a integrare questa classificazione con il punteggio di questionari auto-compilati. Capiamo che inquadrare una problematica complessa come il dolore cronico non sia assolutamente semplice al giorno d’oggi ma questo metodo non può sicuramente soddisfare le richieste del paziente né essere uno strumento spendibile per il professionista.
Attenzione, ribadiamo che l’organismo non ha nessun danno irreparabile o alterazione riscontrabile (eventuali esami strumentali risulterebbero negativi), la fibromialgia è una sindrome e non una malattia organica!
E quindi? Perché sento dolore?
Vari sono i meccanismi che possono portare allo sviluppo di dolore cronico - come nella lombalgia, cervicalgia o disfunzioni di spalla - ed è proprio sull’acquisizione di una maggiore consapevolezza di questi che bisogna fondare il rapporto tra professionista e paziente fin da subito.
La Fibromialgia può essere attribuita ad una disregolazione e disfunzione delle vie di inibizione del dolore e ad una facilitazione dei meccanismi di attivazione del dolore stesso, causando un anomalo processo di elaborazione: in parole semplici, la centralina che decide se e come inviare un segnale di allarme al nostro organismo (dolore) non è ben regolata, il sistema è troppo sensibile e invia messaggi quando non dovrebbe o ne invia troppi o per troppo tempo, con il risultato di amplificare l’esperienza di dolore! E’ come se il filtro SPAM della nostra casella postale non funzionasse efficacemente, lasciando passare troppi messaggi che finiscono per sovraccaricare la posta in entrata. Questo principio accomuna la maggior parte dei disturbi muscolo-scheletrici cronici e non significa essere matti!
E’ fondamentale capire che si tratta di un sistema che può essere “ritarato”, la diagnosi non è una condanna e la prognosi non è necessariamente infausta, ma sicuramente rappresenta una sfida professionale e personale notevole che, ribadiamo, deve partire da una base di educazione ed informazione condivisa fra professionista e paziente.
E come si fa?
E’ necessario un approccio multidisciplinare che preveda un’integrazione fra esercizio terapeutico o attività fisica e psicoterapia, con l’eventuale supporto di un trattamento farmacologico mirato.
Molti sono i ricercatori che si sono posti l’obiettivo di indagare gli effetti di varie tipologie di esercizio sulle persone affette da fibromialgia.
Nel 2013, un imponente lavoro di revisione sistematica (https://www.cochranelibrary.com/cdsr/doi/10.1002/14651858.CD010884/full) ha cominciato a porre l’attenzione sugli effetti benefici degli allenamenti con esercizi di forza - della durata di 16/21 settimane - sotto vari punti di vista:
- riduzione del dolore e dell’indolenzimento muscolare;
- incremento della forza;
- miglior punteggio a questionari sull’impatto della fibromialgia e sulle proprio funzionalità fisiche;
…ma in realtà anche dal solo esercizio aerobico, protratto per 8 settimane, si ottengono risultati simili all'esercizio di forza, anzi superiori per quanto concerne la riduzione del dolore!
C’è infine maggior supporto a favore di un programma di esercizio di forza di medio-bassa intensità (12 sett.) in confronto ad un programma di esercizi di flessibilità, sia per il miglioramento del dolore che della funzionalità multidimensionale.
Un altro importante studio condotto in Spagna nel 2015 (https://www.archives-pmr.org/article/S0003-9993(15)00287-7/fulltext) ha dimostrato che maggiori livelli di forma fisica sono fortemente correlati a minori livelli di dolore e di catastrofizzazione legata al dolore, oltre che a maggior auto-efficacia nella gestione del dolore cronico nelle donne con fibromialgia:
- la combinazione di esercizi di rinforzo muscolare e esercizi di flessibilità si associa al livello minore di dolore;
- la combinazione di attività aerobica e esercizi di flessibilità si associa, invece, ai migliori risultati in termini di catastrofizzazione legata al dolore e auto-efficacia.
Infine, un’ulteriore revisione sistematica del 2018 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30657077) ha consolidato le precedenti evidenze sull’allenamento della forza nei confronti della fibromialgia:
programmi di esercizio non protocollato, di carico progressivo, con frequenza di 2 sessioni a settimana e della durata di 3-21 settimane producono effetti significativi sulla riduzione di:
- dolore;
- fatica;
- numero di tender points;
- depressione;
- ansia;
…con incremento della capacità funzionale e della qualità di vita!
In conclusione, nonostante la comunità scientifica necessiti di ulteriori studi di alta qualità e di differenti opzioni di inquadramento della fibromialgia, possiamo certamente affermare che una consapevole proposta di allenamento fisico debba rappresentare una costante nei percorsi di trattamento di questa sindrome. Il dolore cronico resta una condizione complessa da affrontare, anche per i professionisti esperti, e per questo motivo, come già ribadito, necessita frequentemente di un approccio multidisciplinare. Approccio che tuttavia non può che rivelarsi fallimentare se non fondato su una chiara ed esauriente informazione ed educazione clinico-paziente, poiché probabilmente sta nella comprensione della natura e dei meccanismi del dolore la principale possibilità di “guarigione” delle persone che soffrono di fibromialgia.
E’ necessario che ogni clinico consideri di non fermarsi al semplice inquadramento della sindrome ma fornisca al paziente gli strumenti o le modalità per approfondire la proprio conoscenza in materia di dolore e prendere maggiore consapevolezza su come affrontarlo.
Se ti hanno diagnosticato la fibromialgia e ancora non hai trovato una strategia efficace di gestione del dolore o ti rimangono dubbi a riguardo, ti consigliamo di rivolgerti a professionisti esperti in materia: è sicuramente una sfida, ma abbiamo tante armi a disposizione per affrontarla!
Bibliografia
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“Per eventuali informazioni specifiche potete trovarci presso il nostro studio a san Lazzaro di Savena - Bologna, in via donini 51 località Cicogna”